
Non so neanch’io il motivo per cui mi piaccia così tanto la cucina indiana.
Sicuramente ci sono di mezzo le spezie e i profumi che dal garam masala al fieno greco passando per coriandolo, cumino e zenzero mi portano nel subcontinente indiano inebriandomi; ci sono sicuramente le consistenze: la morbidezza del chapati e del naan, la croccantezza dei pappadums e del basket chaat e dei samosa e infine le modalità di consumo: l’intingere il naan nel curry, i dosa nel sambhar e nei chutney, solo per citarne qualcuna.

Quindi, quando ormai qualche mese fa, ho visto che era in procinto di aprire un nuovo ristorante indiano, specializzato nella cucina del Sud, qui poco comune, ho seguito con attenzione tutte le fasi che hanno portato all’aperura meno di un mese fa.
Siamo su corso Regio Parco. Quell’angolo di Aurora che ricorda i boulevard parigini, a poca distanza da un altro ristorante indiano, Gandhi, frequentato spesso in passato.
Haveli, che in hindi significa palazzo signorile o nobiliare, non solo offre piatti geograficamente diversi dagli altri ristoranti in città (vedi il Dosa, diversamente introvabile); porta in menu anche i piatti tipici dello street food indiano e alcune specialità indo-cinesi, popolari in India e qui poco conosciute: dagli Hakka noodles, saltati nel wok con verdure, spezie e salsa di soia, al Chicken manchurian o al Mutton devil, spezzatino di montone con spezie e cipolle caramellate.

Ho amato tutto, con una preferenza particolare per il dosa che assaggiavo per la prima volta.
A metà tra una piadina e un pancake, è un una crespella salata a base di riso e fagioli mungo neri. Per prepararlo vengono messi a mollo nell’acqua riso e fagioli che vengono successivamente macinati fino a a formare una pastella, messa a fermentare per una notte. La pastella viene quindi versata su una tava (padella dal fondo spesso) unta con olio o burro chiarificato e servita semplice e farcita, come la mia con formaggio fresco paneer e coriandolo. Come nel sud dell’India, ma ormai anche in altri stati indiani, dosa viene servito con vari chutney, il sambhar (zuppa a base di radice di tamarindo, legumi di Caiano, gombo (okras), verdure varie e spezie) o le patate stufate.

In menu non mancano altri piatti più tipici del nord, come le carni tandoori cotte sulla brace di carbone, i risi biryani, i thali (un unico piatto con tante pietanze, tra cui carne o verdure cotte, pane indiano, riso, salse varie, verdure, legumi e yogurt), zuppe e molti piatti vegetariani come il Paneer makhani (curry a base di pomodoro con cubetti di paneer morbidi, burro e panna fresca) o l’Amchi baingan masala (curry piccante di melanzane in stile maharashtrian con spezie tostate).

Si beve birra indiana, oltre ai lassi (bevanda a base di yogurt, acqua e spesso frutta e spezie), cocktail, mocktail e vini italiani, e si conclude con uno dei loro dolci. Che – vi avviso – sono veramente dolci.
I Gulab Jamun (palline di latte in polvere e farina, fritte e immerse in uno sciroppo di zucchero aromatizzato con acqua di rose, cardamomo e zafferano) sono troppo (dolci) anche per me, ma i ras malai, le stesse palline di sopra ma con profumi di cardamomo, zafferano, pistacchi e kheer e impregnate nel malai (una panna molto densa), spesso disponibili, decisamente più vicine al nostro gusto dolce.

A breve aprirà il dehors che, coloratissimo con i drappi sospesi a farne la copertura, completeranno quello che profumi e musiche già fanno per l’atmosfera.
Adesso so che tutte le volte che ho voglia di India, anche del Sud, nel piatto, ho un nuovo posto per soddisfarla.

Haveli
Corso Regio Parco, 20
327 005 8112
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MART – DOM: pranzo e cena Chiuso il lunedì