Stile e bontà sul tetto di Torino.
Difficile trovare un altro luogo che coniughi in città vista, bontà e bellezza.
Protagonista indiscusso di tanta meraviglia è sicuramente Fabrizio Tesse, scuola Canavacciuolo, da ottobre scorso al timone de La Pista, ristorante che si affaccia sulla storica pista di prova delle auto Fiat sul tetto del Lingotto.
Io ne provo, invitato, la cucina qualche mese dopo e l’espressione non può che essere: wow. Dagli amuse bouche al dolce: piatti che colpiscono prima per la bellezza e i cromatismi eleganti e poi per la bontà: pura, delicata, gentile.
Come tutti i ristoranti di questa fascia (alta) tutto è curato nei minimi dettagli: dal servizio esperto ma informale e non affettato a complementi come pane e grissini; questi ultimi finissimi ed eccezionalmente friabili, il pane dal profumo incredibile in forma di pagnotta da lievito madre (tipo 2 e integrale) e chiocciola sfogliata. È un invito a provarlo con il burro montato con sale di Maldon affumicato e ananas e provare il paradiso.
Tavolozze cromatiche gli amuse bouche: dal cannolo di barbabietola con patè di fegatino e terra di cacao (il mio preferito) al tacos di zucca con carpaccio di palamita, lime maio e bagnetto verde, dal gyoza piemontese con cervo pulled, verza marinatae maio alla soia e miele al korokkè di batsoà con gel al limone e cuore di lombo.
Gli antipasti sono un viaggio lieve e minimale nell’estremo oriente: merluzzo cbt in alga nori con composta di kumquat, salsa al tartufo nero e chips di cotenna di maiale soffiata e gnocco 100% seppia, massaggiata con sale e cotta a vapore, servito con caviale di storione italiano e brodo di funghi porcini e lemongrass.
In rosa il piatto più bello e forse anche più buono. Un carnaroli riserva Barone con estratto di melograno, cioccolato bianco, gambero rosso di porto Santo Spirito, erba cipollina e spray limone e maggiorana. Io, pazzo del rosa da sempre, quasi commosso nel mangiarlo.
Sono scappato prima ma mi hanno raccontato (e visto dalle foto) meraviglie anche nel dessert.
Un dolce non dolce: tanto bello quanto vegetale e terroso. Composta dolce di topinambur, cioccolato komuntu (creato da Valrhona per i suoi 100 anni), terra di cacao ghiacciata al limone, carote cotte nel loro estratto, chip di scorzonera, gelato alla pastinaca, radice di prezzemolo, foglie di limone di Procida e aroma di terebinto.
Con il caffè, uno specialty coffee monorigine 1895 Lavazza Behati Ethiopia, preparato con Chemex, altre piccole meraviglie: macaron al curry con cremoso al cioccolato bianco e yogurt, palette di noci pecan con cremoso al limone, biscotto al cacao con crème fraiche e avocado dolce, ostrica con perla di lampone e menta, gelatine ai frutti di bosco e arancia.
Non è economico: percorsi di degustazione dai 70 ai 105 euro. Ma io sono convinto che un pranzo e una cena qui sia un regalo generoso non solo al nostro palato, ma anche allo spirito.
Perché la bellezza, ma anche un po’ la bontà, salveranno il mondo: ne sono certo.
La Pista
Via Nizza, 262/270 (accesso dall’ascensore int. 72)
011 1917 3073
https://ristorantelapista.com/
Facebook
Instagram
MART – SAB: pranzo e cena LUN: cena Chiuso il lunedì a pranzo e domenica tutto il giorno