21 Dicembre 2023

Il Mannarino

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L’ITALIA DELLE REGIONI

Nomen omen. Il mannarino, ovvero una piccola mannaia, il coltello con cui i macellai di paese tagliano la carne sul banco, vuole evocare già dal nome le celebri macellerie di quartiere o dei piccoli paesi.
È l’idea imprenditoriale decisamente vincente di due amici e soci, Filippo Sironi brianzolo e Gianmarco Venuto pugliese, che aprono nel 2019 la prima macelleria con cucina a Milano con il sogno di rinobilitare l’antica “arte” della macelleria e oggi conta oggi ben 13 punti vendita, concentrati per lo più in Lombardia.

Il brand si impegna dai suoi inizi a collaborare unicamente con piccoli produttori, tra Piemonte e Puglia, al fine di salvaguardare la tradizione e aiutare lo sviluppo delle filiere locali. Grande attenzione per la qualità della carne, che viene personalmente selezionata e lavorata, fino ad arrivare sulle tavole dei vari locali e dei tanti clienti che acquistano i prodotti ai banchi dell’insegna oppure online.

A Torino Il Mannarino ci arriva a dicembre 2022: un’inaugurazione benedetta da una nevicata colossale, l’unica dell’inverno scorso, che ha impedito a me come a molti altri Torinesi di raggiungerlo e conoscerlo in quell’occasione.

È passato un anno e io lo provo esattamente 12 mesi dopo in occasione della presentazione di un nuovo format ‘made in Mannarino’: “L’Accademia de Il Mannarino”, ovvero “riportare i macellai a contatto con le persone, restituendo il giusto valore a questo mestiere e, al tempo stesso, dando la possibilità a gruppi di amici o colleghi, in ottica di team building, di passare una serata diversa dal solito”.

Vi capiterà, se la provate, di preparare una bombetta, affettare del capocollo, marinare una carne e spingersi anche ad una battuta di Fassona al coltello, gloria piemontese, come è successo a me. Che ho affettato carni e salumi, farcito bombette, ma ho soprattutto mangiato. Molto bene.

Dal Pugliere (12,50€) con Capocollo di Martina Franca, stracciatella di Andria e focaccia Barese calda alle polpette della nonna (8,50€) con carne di manzo e maiale, cotte a lungo nel sugo di pomodoro, dalle bombette (che ho adorato in tutte le farciture) cotte in un forno simil brace alla Zampina di Sammichele, una salsiccia tradizionale di Sammichele di Bari preparata con manzo, maiale e pomodoro secco e agli arrosticini abruzzesi. Le carni si possono ordinare direttamente al banco e noi le abbiamo accompagnate con due tipici e ottimi contorni pugliesi: la caponatina (pugliese) con peperoni, melanzane, zucchine, pomodorini, capperi, olive, pinoli e sugo di pomodoro e l’iconica purea di fave e cicoria condita con olio EVO.

Si finisce con notevoli cannolini di ricotta, che – sempre nell’idea dell’Accademia del Mannarino – il cliente farcisce con il sac-à-poche e rifinisce in autonomia.

Mangiate poca carne, ma mangiatela buona.
Come quella de Il Mannarino.

Il Mannarino
Via IV Marzo, 12 – 011 961 5706
Via della Rocca, 4 – 011 1978 3627
https://www.ilmannarino.it
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Sempre aperto pranzo e cena.


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