La bellezza, come per le persone, è un ottimo biglietto da visita, ma potrebbe far incappare nel pregiudizio ricorrente: <<Quella ragazza è bella, ma…>>
Io quindi, da sempre amante del bello e del design curato di ristoranti e locali, rimango sempre affascinato dalla bellezza di un posto, ma due minuti dopo mi chiedo: sarà anche buono?
Dubbio sciolto in fretta al Cornoler: un’accoglienza calda e sicura da parte del tiolare e addetto alla sala Paolo Zambon, che, friulano di origine e torinese di adozione, con esperienze nell’hotellerie di livello e ultimamente nella direzione della sala a Piano 35, ha voluto realizzare con i suoi venticinque coperti l’idea e il sogno di “un piccolo ristorante di famiglia dove la qualità dell’alta ristorazione incontra un’accoglienza che ha come obbiettivo il far sentire il cliente non “come” a casa, ma di “essere” a casa.”
L’atmosfera riesce a coniugare lo spirito internazionale dei cocktail-bar d’oltre-oceano con lo stile veneziano dei pavimenti e dei velluti rossi e si arricchisce della presenza dei quadri di Piero Ruggeri trasformando quasi il ristorante in una galleria d’arte.
Un menù raccolto, una dozzina di piatti tra antipasti, primi, secondi e dolci dalle mani esperte e leggere dello chef campano Giovanni Balzo che sanno raccontare molto bene la tradizione culinaria italiana con le sue paste fresche, le sue materie prime stagionali, le sue carni, il suo pesce. Grande importanza non può che avere il vino che l’esperienza di Paolo Zambon ha permesso di raccogliere in una cantina particolarmente ampia e diversificata.
Io ho assaggiato il nord-est, con i salumi del benvenuto dello chez e nelle ciliegie sotto spirito alla fine del pasto, il Piemonte – eccezionale tarte-tatin di porri (di Cervere) con foie-gras – e la Campania – pasta mista con ceci e vongole veraci, perfetta tanto nella cottura, quanto nel sapore: intenso e completo; e poi dell’anatra abbinata allo scampo (crudo) e ai broccoli, le pere abbinate alle mandorle e il caramello salato.
A pranzo è prevista la possibilità di un primo (a scelta) con dolce, acqua e caffè a 20€, mentre a cena alla carta, con tre o quattro portate, la spesa si aggira sui 40/50 euro.
Il nome? Cornoler è il corniolo in dialetto friulano, i cui frutti sono perfetti per la conservazione sotto grappa e il suo legno è il più duro presente in Europa. Un albero che rappresenta la tenacia, la determinazione e la passione, che nella mente di Zambon sono questo: un progetto fatto di passione, dedizione e qualità, con immancabili eleganza e cura per il cliente.
Cornoler
Via Bellini, 8
011 1921 7540
https://www.ristorantecornoler.it
Pagina FB
LUN – SAB: pranzo e cena
Chiuso la domenica.
4 commenti
o.t. ma forse neanche troppo: da appassionato e soddisfatto lettore del sito, noto che le ultime recensioni sono poco in linea con lo spirito “pausa pranzo bon pat”; non discuto sul gourmet, non ho provato i locali.
Ciao
Mario
Grazie del commento.
A cosa si riferisce?
A Cornoler e a Guarini?
In entrambi i casi la pausa pranzo è comunque sotto i 20€ e mi sembra interessante offrire, nella pluralità di locali raccontati sul blog, anche qualche idea di pranzi de-luxe feriali, sicuramente più bon pat rispetto alla cena nei medesimi ristoranti. A presto.
Grazie della risposta, è che sono innamorato di posti come il bar imperfetto, bob bon, trattoria alpina…conosciuti grazie al Monsù più goloso di Torino
Anch’io comunque un’anima da Piola, ma ogni tanto mi piace cambiare e provare qualcosa di diverso. Grazie comunque dell’aprezzamento e della fiducia.