Quindici anni per uno dei ristoranti più autentici di cucina cinese a Torino.
Ce lo confermano: il menu, alcuni piatti scritti solo in cinese, la clientela, quasi esclusivamente cinese, i sapori: come mangiare in una famiglia cinese. A Torino.
Ci sono venuto una settimana fa con la compagna più piacevole di pranzi e cene globetrotter: Federica Giuliani. Siamo stati bene e abbiamo digerito tutto: aspetto sempre fondamentale, non essendo Monsu Barachin ormai più di primo pelo.
Un unico rammarico: non abbiamo assaggiato i ravioli, che si sono dimenticati di servirci.
Porzioni abbondanti, tante verdure, cotture semplici e solo piacevolmente speziate.
Riso con gamberi e verdure, manzo con cetrioli, germogli di soia, coriandolo e salsa al pomodoro leggermente piccante, melanzane bollite e poi ripassate in padella: le abbiamo viste sul menu e dal tavolo a fianco. Forse il piatto che ho apprezzato di più.
Abbiamo pasteggiato con un tè bianco (quello con il fiore che si apre, per capirci).
Con una spesa di 16 euro a testa.
Io ci devo tornare per assaggiare i ravioli.
Chi si avventura in Barriera con me?
Ristorante Pechino
Corso Vercelli, 21/E
011 1947 9741
Sempre aperto.
6 commenti
Ci sono passato davanti tante volte e sempre ho avuto la curiosità di entrare… Adesso so che ne vale la pena. Grazie
Locale molto ruspante, cucina discreta/buona, porzioni abbondanti, prezzi corretti. Nessun aiuto per la scelta dei piatti, a me sarebbe servito e mi avrebbe invogliato a ritornare.
Tre fette di salame sono una valutazione molto generosa.
L’aiuto nella scelta dei piatti effettivamente non c’è, ma noi abbiamo ordinato con segni dai piatti dei tavoli a fianco e abbiamo mangiato molto bene! Alla fine tu cos’hai assaggiato?
Intestino di anatra fritta (lo ammetto, non ho avuto il coraggio di scegliere la testa di anatra), zuppa di wonton, intestino di agnello (mi tengo leggero), thè; la figlia ha scelto anatra brasata, ravioli, verdura saltata. Tot 39 euro, doggy bag comprese.
Ripensandoci, mi è venuta voglia di tornare, l’atmosfera è troppo vera; sbircerò i tavoli dei vicini per ordinare (perlopiù sgranocchiavano arachidi e mangiavano zuppone con spaghetti).
Complimenti per il coraggio! Anche più temerari di me ( e che voglia di anatra a questo punto) 😉
OT a 10 minuti a piedi c’è La Gourmandise, una pasticceria marocchina in corso Giulio Cesare 6: la miglior baklava che ricordi e anche il resto non scherza (non ho assaggiato il pane, in rete ne parlano molto bene)